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Esce, finalmente, “The Illest Vol. 2”, come sempre per Honiro Label. Prodotto dal duo Enemies il disco è arricchito da due featuring (Madman e Nick Sick) ed è composto da 12 tracce pervase di puro rap… dalle rime taglienti. Mostro racconta di sè e della sua vita affrontando diversi argomenti con serietà e con un po’ di cupezza ma sempre in modo provocatorio.
The Illest vol.2 segue il primo volume a distanza di 4 anni… in mezzo tanto altro… E’ la chiusura di una parentesi musicale?
No, in realtà per me significa proseguire una strada ben precisa.
Con The Illest mi rapporto con un differente metodo di lavoro rispetto a quello utilizzato per “un maledetto giorno”..
Ad un certo punto mi sono sentito carico di entusiasmo e pronto a sconfinare nella mio universo interiore. Credo sia d’obbligo per un artista concorrere alla propria crescita mettendo a nudo se stesso.
Il disco è la scusa ma anche lo strumento migliore per farlo.
Tu resti il punto di partenza ma anche il punto d’arrivo, in mezzo tanta negatività che impari a trasformare per superarla?
E’ una cosa che mi ha insegnato l’arte in generale. Ti dà la possibilità di trasformare qualcosa di devastante in qualcosa di meraviglioso: dalla canzone al quadro, per non parlare di tutti quei campi di applicazione artistici in grado di dare corpo a nuovi colori e di mantenerli vivi nel tempo. Da qualche parte dentro di me c’è un meccanismo che traduce il dolore in note musicali e che non so spiegarti. Ed è il motivo per il quale continuo a fare musica. E’ come possedere una bacchetta magica e non c’è più nulla di veramente tragico che io non possa poi tradurre in canzone.
Canzoni, rime che diventano note fotografiche. Con quale spirito ami condividerle?
Principalmente scrivo per me stesso poi però noto che la mia musica diventa esperienza catartica anche per tanti altri, come ad esempio nel caso di Diavolo magro. Quando urlo diavolo magro per sei volte sul ritornello mi rendo conto che ci sono ragazzi che attingono energia da questo. E questa consapevolezza mi rende felicissimo… perché lo scopo dell’artista penso sia quello di far sentire le persone meno sole davanti ai propri problemi ….si possono affrontare insieme semplicemente condividendoli.
Parlando di condivisioni … le collaborazioni artistiche come le valuti? Sono un elemento importante per te?
Sono un elemento importante anche se sono sempre cresciuto ai bordi di questo scenario. Pur non essendo una persona dal litigio facile, sento di non essere amico di tutti. Sono molto selettivo e ho le idee ben chiare. Sarà che mi piace essere diretto. Per questo ho inserito solo due feat. e solo con Madman e Nick Sick perché le sentivo perfette solo per loro.
C’è un’immagine più forte di altre che emerge in questo tuo ultimo lavoro?
Si lega al brano “Non voglio morire”. Lo sento molto autentico perché parla di cose molto intime. Ho voluto che diventasse il primo singolo per svelare, fin da subito, l’anima di The Illest vol. 2.
Tu sei venuto fuori grazie all’Honiro label: che universo è?
Honiro Label è stata la prima e l’unica etichetta a credere in me fino in fondo e le sarò sempre molto grato.
Da indipendente sa come competere al pari delle Major… Ed è una grande famiglia con tutte le carte in regola.
L’incontro con il duo Enemies come nasce?
Sono in verità i miei due amici storici che hanno sempre lavorato alla mia musica e in questi ultimi anni hanno trovato una scusa per presentarsi insieme sotto lo stesso nome.
Quando scrivi qual è il tuo personale punto di riferimento? Qualcuno o qualcosa che ti sprona o più semplicemente un momento preciso in cui ti guardi dentro?
Un momento preciso in cui mi guardo dentro. Scrivo molto … per ispirazione ma anche molto per concentrazione… e in quest’ultimo caso amo stare da solo e riflettere, anche per ore ed ore, prima di scrivere anche solo una strofa.
Che momento è quello della scrittura? Di disagio? Se è così, quando ti riascolti è superato?
Sì per scrivere devo stare bene. Nel mezzo della tempesta il malessere non mi porta da nessuna parte… neanche alla scrittura. Una volta superato cerco la soluzione per superarlo definitivamente… Non amo lamentarmi.
Che rapporto hai con la popolarità? Ti responsabilizza oppure è solo un parametro di riferimento per capire se stai andando nella direzione giusta?
L’unico problema di questo lavoro è che si scontra con la mia personalità.
Non sono schivo ma ho bisogno dei miei spazi per riordinare le mie idee. Col tempo so già che certi atteggiamenti del mio carattere dovrò imparare a superarli
Ragion per cui, non vivo male la mia popolarità e se i ragazzi mi fermano per strada e mi chiedono del disco mi “mostro” felice perché vuol dire che il mio lavoro, nel frattempo, è andato avanti. E’ proprio questo il mestiere che volevo fare da ragazzino.
Sogno raggiunto e in divenire… Nel tuo futuro cosa vedi?
Di diventare felice io e di raggiungere una mia completezza. Sentivo che questa era la mia strada , ho sacrificato tutto per la musica e per riuscire nel mio campo, perché so che non è facile e ogni disco che arriva è come se fosse il primo. Ecco perché spero col tempo di raggiungere un po’ più di sicurezza oltre che la stabilità. Per godere un po’ del presente, senza provare l’abituale smania che, da una parte mi fa andare avanti ma, dall’altra, mi fa perdere anche tante cose belle che potrei fare mie.
Questo riguarda anche una evoluzione del linguaggio musicale?
Beh ogni volta che finisco un disco rap mi scatta la voglia di fare un disco totalmente diverso.
Poi, ovviamente, torno alla mia dimensione. Mi piace cambiare ma anche restare sui miei binari
Molti dei produttori che fanno “l’altra musica” si accaniscono con chi fa rap… parlando di moda che presto finirà. Secondo te il rap è un fatto di moda ?
Come in tutti i campi, c’è chi dice cose stupide e chi cose intelligenti. Sta a noi concentrarci su quello che facciamo. Il rap non è fuffa. C’è tantissimo di valido in questo linguaggio che solo se lo sai decriptare ti concede l’opportunità di andare oltre … dietro ogni nota c’è tantissimo.
Il tuo approccio con Real Talk come è stato?
Real talk è una bomba.. Speravo mi chiamassero. Sono un fan del rap e penso che gli artisti debbano dimostrare davanti ad un microfono di saper fare quello che fanno. Spero per il prossimo futuro.
Dal 26 scoppia la bomba degli incontri live.. Come te lo vivrai questo periodo?
Sicuramente bene. Adesso parte l’in-store tour con una decina di città e poi già stiamo definendo i live più importanti: Roma e Milano. Eventi che aspetto con più enfasi perché ci credo molto e sto contribuendo ad organizzare le cose affinché riescano bene.
E…
Mi tolgo la soddisfazione di dirti che sono felicissimo di aver fatto questo disco. Come tutti è stato complicato da fare ma come tutte le volte ne è sempre stravalsa la pena e spero che anche gli altri possano trovare la propria strada.
di Giovanni Pirri