Direttiva sul copyright | Approvata dal Parlamento Europeo. Il commento di Mogol e Miccichè

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La ragione e la cultura che vincono sui soldi (?)

Giornata storica per i creatori di contenuti. Dopo cinque anni di discussioni e nonostante una massiccia campagna di disinformazione orchestrata dai giganti del web, oggi il Parlamento Europeo ha adottato la Direttiva sul diritto d’autore.

E’ una grande notizia, hanno vinto la ragione e la cultura sui soldi” ha dichiarato il presidente SIAE Giulio Mogol subito dopo l’approvazione della nuova Direttiva che, ha sottolineato, “non impone una tassa ma riconosce un giusto compenso“.

In SIAE abbiamo novantamila iscritti, almeno ventimila guadagnano meno di mille euro al mese senza contributi e spesso sono all’inizio della loro carriera” ha aggiunto Mogol, che ha concluso: “I giovani artisti di oggi saranno poi i grandi di domani“.

A seguire i lavori del Parlamento Europeo, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, c’erano il Vicepresidente SIAE Salvo Nastasi, il Direttore Generale Gaetano Blandini, il Maestro Nicola Piovani e una vivace delegazione di studenti del Conservatorio di Musica Santa Cecilia, dell’Accademia Silvio D’Amico e del Centro Sperimentale di Cinematografia, partiti ieri in pullman da Roma, per sostenere con la loro presenza l’approvazione della Direttiva Copyright.

Per Anders Lassen, Presidente del GESAC, “questa è una vittoria senza precedenti per i creatori europei, che ora potranno esercitare i loro diritti e ricevere un’equa remunerazione da piattaforme come YouTube. L’Europa sta adottando un regolamento equilibrato che consentirà lo sviluppo dell’economia digitale europea di pari passo con il settore creativo “.

nuovo imaie

Positivo anche il commento del NUOVOIMAIE.

È con grande soddisfazione che il NUOVOIMAIE ha appreso la notizia dell’approvazione della Direttiva sul Copyright, il cui via libera è arrivato poco fa da Strasburgo”. Così Andrea Miccichè, Presidente dell’Istituto che tutela i diritti di Artisti Interpreti Esecutori che sul tema lo scorso ottobre aveva tenuto un incontro nell’ambito della Festa del Cinema di Roma, alla presenza di politici, addetti ai lavori e studenti.

Finalmente – prosegue Miccichèregole chiare anche sulla diffusione di contenuti protetti in internet. Si tratta di un settore importante che non poteva essere lasciato privo di una disciplina”.

“Una grande vittoria per tutti gli artisti” il commento di Luca Zingaretti, socio fondatore del NUOVOIMAIE insieme, tra gli altri, a Claudio Baglioni e Lino Banfi. “Un successo per l’industria creativa” per Dodi Battaglia e Nicolas Vaporidis, rispettivamente Portavoce per il settore musicale e Consigliere d’Amministrazione dell’Istituto.

Cosa cambia ora?

Dopo il via libera del Parlamento Ue basterà l’assenso del Consiglio europeo. Il testo è stato infatti formulato dalla Commissione europea nel 2016.

[Fonte Il Sole 24 ore] L’articolo 11 è diventato l’articolo 15 e l’articolo 13 è diventato l’articolo 17. Le due misure hanno raggiunto la notorietà perché introducono, rispettivamente, una «link tax» (tassa sui link) e un upload filter (un filtro sul caricamento dei contenuti). Nel testo approvato non c’è traccia né del primo né del secondo. L’articolo 15 (ex articolo 11) stabilisce che gli Stati membri debbano provvedere perché «gli autori delle opere incluse in una pubblicazione di carattere giornalistico ricevano una quota adeguata dei proventi percepiti dagli editori per l’utilizzo delle loro pubblicazioni di carattere giornalistico da parte dei prestatori di servizi della società dell’informazione». In altre parole gli autori di un contenuto editoriale veicolato dalle piattaforme online (per esempio Google News) devono essere remunerati dai propri editori, a propria volta pagato per i contenuti concessi agli aggregatori digitali.

Come? La finalità della direttiva dovrebbe essere quella di incentivare la stipula di accordi, quindi è probabile che una maggiore garanzia di retribuzioni passi – sulla carta – per accordi bilaterali fra editori e aziende digitali. L’articolo 17 (ex articolo 13) sancisce invece che «un prestatore di servizi di condivisione di contenuti online (formula burocratica per dire piattaforme online, ndr) deve pertanto ottenere un’autorizzazione dai titolari dei diritti», sempre attraverso una licenza. Se un contenuto protetto da copyright viene caricato senza licenza, le piattaforme si accollano la responsabilità della violazione, a meno che non si possano aggrappare ad alcune eccezioni: per esempio «aver compiuto i massimi sforzi per ottenere un’autorizzazione» o comunque «aver agito tempestivamente» per disabilitare l’accesso agli utenti indisciplinati o impedirne l’attività in futuro. La norma si dovrebbe rivolgere solo alle aziende di grossa dimensione, visto che lo stesso articolo esclude o limita per esempio le responsabilità di società con fatturato inferiore ai 10 milioni o meno di tre anni di attività alle spalle.

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