Pamhylus di Riccardo da Venosa (prima nazionale) il 17 novembre all'ITC Teatro Bologna

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con Veronica Caissiols, Irma Ridolfini, Paolo Zaccaria  scultura Giorgio de Marchi assistente alla regia Tiziana Calderon adattamento e regia Fulvio Ianneo
Regia di Fulvio Ianneo, martedì 17 novembre ITC Teatro Bologna.

Fulvio Ianneo sceglie ancora Riccardo da Venosa e mettendo in scena PAMPHYLUS attinge ad un’opera del XIII secolo, dove il teatro ci conduce nell’universalità di un movimento umano. Lo spettacolo, in prima nazionale a Bologna il 17 e 18 novembre all’ITC Teatro di San Lazzaro, è interpretato da Veronica Cassioils, Irma Ridolfini e Paolo Zaccaria con una Venere scultura prodotta per questo Pamphylus da Giorgio de Marchi. Fulvio Ianneo, che dello stesso autore aveva già messo in scena Il matrimonio di Paolino e Polla cura l’adattamento e la regia. Lo spettacolo è uno dei tre appuntamenti della sesta edizione della rassegna DRAMOPHONE – movimenti umani, realizzata con il sostegno di Regione Emilia Romagna e Città Metropolitana di Bologna.

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Nel Pamphylus una giovane del XIII secolo ama e desidera un ragazzo ma la realizzazione della felicità passa per l’accettazione da parte dei suoi genitori di una unione che il suo amato otterrà violando il corpo della ragazza.  Pamphylus è un’opera di Riccardo da Venosa rimessa in scena dopo secoli di oblio. L’opera, esibita in modo eclettico e con spudorata attualità, indaga la passione amorosa con profondità e drammaticità, disegnando senza scrupoli le implicazioni psicologiche e sociali di un sentimento che diventa delirio e malattia, oltre ogni convenzione morale, o sentimento religioso che all’epoca condizionava l’esistenza quotidiana di ogni individuo. In Pamphylus il teatro è un’esperienza che vive nell’inattualità senza generi, dove è la sensibilità degli artisti e del pubblico a individuare l’universalità di un movimento umano al di là della contemporaneità.

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La rassegna Dramophone prosegue con la performance My Stealthy freedom (la mia libertà furtiva) con Sandra Cavallini e il Coro Farthan. Molte donne musulmane si sentono libere quando hanno il velo, l’hijab o lo chador, altre invece vivono come costrizione il dovere di apparire in un corpo in cui non s’identificano e si incontrano in un esternazione di libertà furtiva. (sabato 21 novembre, ore 21.00 – Spazio OZ, via Stalingrado, 59 Bologna).  Realizzato con la collaborazione dell’organizzazione iraniana di Teheran “My Stealthy Freedom” a cui si uniscono le voci di molte donne italiane del Coro Farthan diretto da Elide Marchioni.

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MARTEDÌ 17 E MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE – ORE 21.00

ITC Teatro
Via delle Rimembranze, 26,
San Lazzaro Bologna

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