Le Interviste di Allinfo.it : @GiuliaMazzoni per @EatalySmeraldo Live Project

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Ci eravamo lasciati sulla via dei bottoni inseguendo un passato che ha permesso  al suo presente di esistere e di ambire sempre ad un nuovo futuro.

Insomma un viaggio senza soluzione di continuità che l’ha portata oggi ad essere presente all’interno di una compilation molto importante che rappresenta un ulteriore “bottone” a suo favore. Un bottone messo lì per lastricare la strada che la condurrà in prossimità del futuro che, da sempre,  sogna.

Perché per Giulia Mazzoni i sogni sono importanti. Possono realizzarsi. Tra i tanti realizzati, ad esempio,  c’è la sua amicizia con il Maestro Nymann, il padre del minimalismo a lei tanto caro. Pensare e creare secondo la logica minimalista   le permette di decostruire certi suoi processi creativi per poi rimetterli insieme illuminati  da una migliore capacità di sintesi.  E Il brano  “Where and When” inserito nella compilation  “Eataly Live Project”  mostra la sua valenza sintentizzando concettualmente una  doppia opportunità. Con il brano ” Where and When”  Giulia non solo è l’unica artista donna della compilation  “Eataly Live Project”,  ma anche l’unica artista con un brano strumentale ad essere stata scelta dagli attori che hanno voluto fortemente questa realtà. Stiamo parlando della talent-scout e produttrice Stella Fabiani (ha scoperto e portato al successo, tra gli altri, Marco Mengoni, Zero Assoluto e Lara Martelli) e di Nicola Farinetti, Mario Macchitella e Paolo Maiorino che hanno fatto si che Eataly divenisse una realtà.

Abbiamo incontrato Giulia per saperne di più…

Giulia nella compilation uscita il 25 marzo c’è anche un tuo brano e non hai esitato un attimo nel dedicarlo a Nymann?

Il brano era già inserito nel mio album “Giocando con i bottoni” e la mia dedica a Michael è nata dal profondo. E’ un atto dovuto per una persona che col tempo è diventato uno dei miei punti di riferimento.  Il minimalismo è un movimento al quale mi sono avvicinata grazie al mio amore per il cinema seguendo l’esempio di Philip Glass, dello stesso Newman  ma anche di Yann Tiersen polistrumentista minimalista francese, e dell’indiscutibile Ryuichi Sakamoto. Grandi nomi del minimalismo che hanno  realizzato colonne sonore musicali che sono diventate il manifesto del movimento minimalista. Penso a Lezioni di Piano. Da lì mi sono appassionata e ho cominciato a studiare questo genere musicale perché, in esso, ho trovato quelle vicinanze sonore ma anche tecniche che si prestavano molto bene a  raccontare ciò che ho da dire attraverso la musica.  Questo non significa che ho abbandonato gli studi classici o disdegnato il pop, il rock che continuo ad ascoltare con molto interesse.

A che punto sei di questo tuo lavoro interiore?

So di essere ancora troppo  giovane e sto nella fase di decostruzione del mio talento che mi permette di fare  e disfare e di giocare  con i “miei bottoni”.

E in questo gioco ad un certo punto è entrata anche Stella Fabiani? Pensi vi unisca la voglia di costruire un percorso diverso dal  consueto?

Quando ho ricevuto la comunicazione da Stella Fabiani sono stata felicissima anche perché il progetto è molto eterogeneo e, il suo interesse mi ha gratificato per un duplice motivo. Il primo è che sono  l’unica donna presente  ma, cosa ancor più importante,  sono l’unica pianista  con un pezzo strumentale all’interno di un compilation che strumentale proprio non  è. E’ stato motivo di grande orgoglio e spero di essere riuscita a dare un tocco di femminilità utile ad avvicinare i ragazzi all’ascolto e allo studio del pianoforte.

Quando ascolti la tua musica ti vengono mai in mente le parole di un possibile testo?

A volte, prima ancora che nasca la musica, sulla scia dei miei ricordi, nascono parole che  annoto e  diventano lo spunto per la mia musica. Riguardo al fatto di scrivere dei testi per i miei brani non mi pongo dei limiti. Al momento ho collaborato ai testi di  giovani artisti senza però mai cimentarmi nella scrittura di  una canzone tutta per me. Se dovessi sentire ciò come una esigenza profonda  perché no?. La musica è (ri)conoscersi piano piano con la voglia di farlo.

Come leggi questo nuovo progetto dedicato ai giovani?

Una opportunità per dei ragazzi che fanno musica e hanno voglia di proporre un messaggio attraverso il proprio talento e ci sono poche persone oggi che permettono di realizzare progetti simili ossia con uno sguardo attento alla nuova creatività.
Penso inoltre che il disco sia molto eterogeneo e consiglio di ascoltarlo. Affronta  temi vari con sensibilità diverse proprio come i tappeti sonori scelti.

Nella Compilation, senza inizialmente conoscervi, siete stati inseriti in quindici (Tu, Jack Savoretti, Marco Sbarbati, Alberto Pizzo feat. Fabrizio Sotti e Mino Cinelu, Hind, Nico Maraja, Vincenzo Scruci, The Crowsroads, Carlo Ozella, Kozminski, Mauto, Giuliano Vozella, Crazy Power Flower, Davide Berardi e Roberto Esposito). Avete  condiviso lo stesso luogo: l’Eataly Smeraldo. E’ nata la voglia di confrontarvi?

Ci siamo conosciuti alla presentazione del disco. E’ stato un pomeriggio nel quale abbiamo avuto modo di conoscerci e di apprezzare reciprocamente le nostre storie.

Intendendo il disco  una fotografia scattata con un flash  da migliaia di megawatt quale momento di Giulia Mazzoni ha flashato?

Ha fissato tutto quello che ho fatto sino ad ora. Pensando al mio percorso artistico come ad una scala stracolma di gradini da salire leggo questo progetto come un gradino in più che mi ha regalato  un’altra bella soddisfazione. Mi aiuta a guardare avanti con più coraggio  e mi infonde  la voglia di proseguire.

Che ti sta portando dove? Stai lavorando ad un prossimo tuo lavoro?

Al livello artistico, mi sta facendo conoscere e, adesso, sto lavorando al nuovo disco che sarà sempre un solo di pianoforte.

Puoi dirci qualcosa in più?

Si ispira ad una serie di viaggi fatti in giro per il mondo dopo aver definitivamente affrontato  la paura di volare. Sono andata in  America e a Chicago e ho avuto la fortuna di trovare una chiave di volta che sta ispirando la mia vita personale ed  artistica e mi auguro di riuscire a trasporla  in musica in questo  nuovo lavoro discografico.

E’ una domanda che faccio spesso a chi supera l’Europa nei suoi viaggi. Qui in Italia siamo in una vasca?

All’estero ho imparato il senso ed il valore della leggerezza intesa, non come superficialità, ma come opportunità utile ad acquisire nuovi punti di vista. Senza, dunque, prendersi troppo sul serio.  Oltre l’Europa c’è molta positività. Sarà che i popoli che non ha una grande storia alle proprie spalle lavorano assiduamente per costruirne una senza scoraggiarsi mai. In questo  noi europei abbiamo molto da imparare. Siamo un po’ fermi, a volte pesanti, illuminati da punte estreme di pessimismo che, di contro, acuiscono la nostra capacità di sognare.  L’ideale sarebbe vivere concettualmente la propria vita  su una ideale terra  di mezzo tra i due mondi

Cosa auguri a Giulia Mazzoni in questo momento?

Di continuare questo sogno che è iniziato tanti anni fa e spero che il pianoforte non la abbandoni mai. L’unico mio desiderio, quindi, è di continuare a suonare in questa avventura che non so ancora dove mi porterà.

Da Europea, quindi, manifesti un po’ di quel pessimismo che trova sfogo nei sogni?

Una delle cose che ci invidiano nel mondo è, proprio,  la capacità di sognare. Mi sento molto italiana, europea, in questo e ne sono orgogliosa.

E…

Non smettete mai di sognare.

di Giovanni Pirri

 

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