Dopo importanti esperienze artistiche, tra cui il terzo posto tra i Giovani a Sanremo 2011 e il Premio Bindi 2010, Roberto Amadè, pittore e musicista,  intraprende con “Let’s Feel Better” una strada  più sincera, personale, incisiva e libera dai condizionamenti della discografia commerciale.
Scritto e prodotto dallo stesso Amadè, “Let’s Feel Better” vede il prezioso intervento del produttore Enrique Gonzalez Muller (Tina Turner, Foo Fighters, Sheryl Crow) e di Tom Hutten che ne hanno curato il master presso il Bionic Studio nel Vermont (Stati Uniti).

“Let’s feel better” che dal 28 ottobre sarà disponibile su iTunes e su tutte le principali piattaforme digitali,  racchiude in se’ un forte messaggio sociale e precede l’uscita, prevista per dicembre,  del secondo album dell’artista “Bravery” che comprenderà brani in inglese, italiano e spagnolo.

“Let’s feel better” è un brano dotato di vita propria, sostenuto da un singolare videoclip, diretto da Roberto Amadè con la collaborazione della fotografa Isabel Salinas e della Respect Production che sottolinea nel modo più semplice e diretto, grazie alla partecipazione di oltre 50 persone sparse in tutto il mondo,  il concetto di  “condivisione”. Il videoclip, è stato pensato e creato come Opera Unica, ispirata dalla forte carica simbolica delle Performance d’Arte Contemporanea,  con l’intento di sensibilizzare il pubblico a non soffocare ogni forma d’espressione artistica. Perché “Il filo che può unire i Popoli in un’unica Lingua è l’arte”.

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Il video è infatti formato da una serie di filmati provenienti da molte parti del mondo tra cui New York, Massachusetts, Los Angeles, Brooklyn, Texas, Islanda, Guatemala, Messico, Africa, Argentina, Israele, Africa, Olanda, Danimarca, Germania, Italia e Perù.

In ogni filmato le persone tengono in mano un cartello con una scritta ed ognuna si unirà con quella successiva fino a formare un lungo messaggio di Unione e Condivisione.

In questo modo in pochi secondi si formano delle frasi e si uniscono paesi distanti tra loro per razza, cultura, storia.

Un bambino africano forma una frase con un italiano, così come un musicista in Olanda costruisce parole insieme ad un uomo in Danimarca ed una donna nel Massachusetts. Tutto questo in pochi secondi per ricordare l’importanza dell’essere uniti e fratelli in questo delicato momento sociale, oltre l’orgoglio, le razze e le lingue.

I cartelli recitano frasi come:

NEVER FORGET OUR HISTORY, WE ARE A NEW IDEA, WE CAN HELP SOMEONE, WE ARE NATURE, NEVER FORGET INNOCENCE, JUSTICE, FAITH, FREEDOM, DIGNITY, SAVE ART, SAVE CULTURE, SAVE THEATER, SAVE OUR SOUL, SAVE LIFE….

Al Progetto di Amadè hanno aderito molti Artisti e Critici di Fama Internazionale come Philippe Daverio, Omar Ronda ( uno dei maggiori esponenti dell’Arte Contemporanea Europea e Mondiale), Camillo Francia (Artista), Alex Caminiti (Artista), Massimo Cotto (Giornalista, Critico Musicale e Speaker radiofonico), Sarah Maestri (Attrice), Massimo Morini (direttore d’Orchestra), Albert Hera (Vocal Soundteller), Alessandra Carnevali (Addetto stampa e Blogger), Pablo Carrara (Amministratore Delegato della Meeting Art, la più importante Casa d’aste d’arte contemporanea in Italia), la Fondazione “Umberto Bindi”, Elisabetta Rosso ( Fotografa Internazionale  e Master Nikon School) e poi attori, musicisti del Teatro alla Scala e dell’Orchestra Sinfonica della Rai e moltissime persone provenienti da tutto il mondo che hanno deciso di partecipare al progetto spinti dalla grande volontà di condividere un messaggio comune.

 ”Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate,

ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”

Martin Luther King

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