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La band siciliana trionfa con ‘Gnanzou sul palco di Voci per la Libertà – una canzone per Amnesty, vincendo per la sezione emergenti.
I Pupi di Surfaro erano fra i cinque finalisti selezionati tra 128 concorrenti provenienti da tutta Italia per il Premio dedicato ai migliori brani legati alla Dichiarazione universale dei diritti umani.
‘Gnanzou l’urlo contro l’odio e l’indifferenza è il brano estratto da Nemo profeta l’ultimo album dei Pupi di Surfaro. Pubblicata con la collaborazione straordinaria del musicista senegalese Jali Diabate, ‘Gnanzou è il verso della “Cialoma”, il canto che accompagnava e guidava la pesca del tonno rosso nelle tonnare della Sicilia, quella che viene chiamata la “mattanza”. Un brano che tratta il tanto delicato tema dell’immigrazione e delle stragi nelle acque del Mediterraneo.
«Difficile definire il sound del nuovo disco. Noi ci abbiamo messo tutto quello che abbiamo e tutti possono trovaci quello che vogliono. Folk/Elettro/Rock potrebbe essere, a nostro avviso, un’etichetta capace di contenere una buona percentuale di tutto quello che il disco promette di essere. Elemento centrale è il testo e l’uso della parola pregnante, originale, graffiante, ironica, spregiudicata, cattiva, dissacrante, provocatoria. L’uso del dialetto, prettamente siciliano, che però, prontamente si apre a contaminazioni della lingua italiana, ma anche inglese, americana, oppure del mandingo-senegalese (di Jali Diabate in “’Gnanzou”) e addirittura sardo-ligure (in “Ruzaju” di Andrea Parodi), si apre ad uno scenario decisamente World-Music. La parola d’ordine è: Confondere. La scommessa è: sorprendere. Il rischio è: piacere troppo all’ascoltatore superficiale e distratto». Pupi di Surfaro
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