The Unsense pubblicano Betelgeuse ed il Teatro dei suoni spaziali ha inizio come se, questo disco fosse una supernova.
E, in effetti, Betelgeuse è una supernova rossa posizionata sulla cintura di Orione. Una stella alla fine del suo ciclo, prossima all’esplosione.
E’ un disco, dunque, di forti impatti sonori che ti raggiungono qualunque cosa tu stia facendo. Ed ancora: è un album pieno di decolli della voce che punta al cielo più alto nella costellazione del canto stridulo, distorto come piace a quelli che fanno musica con la Chitarra elettrica pesante e la batteria che spacca mentre le corde vocali della voce del gruppo praticano il sadomaso.
Critiche ben pensanti ci tengono a dire che la metafora di Betelgeuse, ad una prima lettura, sia stata messa là per raccontare la fine di un amore. Se può annoverarsi per amore quello per il silenzio non possiamo che concordare con chi ama lanciare nella rete affermazioni simili anche se quello che scriviamo non siamo certi che potrà avere una valenza logica visto che il gruppo si chiama “The unsense” ovvero usa per definirsi l’unica parola che translate di google non traduce anche se lascia intendere la voglia di sottolineare la mancanza di un senso. Lo stesso no sense che prova a rincorrere e a inglobare echi profondi per suscitare in chi ascolta Betelgeuse, universi lontani, magari costellati di “androidi che vivono inconsapevolmente pilotati da un programma“. Noi non li vediamo ma ci fidiamo.
Certo è che tra satelliti rock ed anche un “po’” metal si individuano nebulose dalle radici un po’ jazz e un po’ minimaliste che cercano di far rallentare l’ascoltatore nella collisione inevitabile che si manifesta, in tutta la sua irruenza, a fine disco: là dove il muro di dolore generato dalle frantumazioni messe a segno dalle sonorità di Betelgeuse hanno lasciato uno scenario ricco di immaginarie stanze vuote, “voci distanti… come fantasmi, senza più corpo o immagine”.
Che dire? La lettura critica di un disco fatta in un certo modo è per esso la sua svolta commerciale.
Il giudizio resta comunque positivo anche se Betelgeuse è sicuramente da ascoltare da soli. Forse ecco perché “quelle stanza vuote”.
Ecco la tracklist del disco :
01)ONE
02)PANDORA
03)CRETA
04)ANEMONE SCARLATTA
05)NESSUNO SA DOVE FINIREMO 06) BETELGEUSE
07)PROCRASTINATOSI
08)VA in the radio
09)FERIRE D’IMMAGINI
10)TU SEI IL GIORNO
LINE UP:
Samuele Zarantonello: Voce
Davide Bressan: Basso
Alan Stanzione: Chitarra
Paolo Pusterla: Chitarra
Manuel Cazzola: Chitarra
Simone Racchella: Batteria
”Betelgeuse”
Tutti i brani sono stati scritti ed eseguit da THE UNSENSE. Testi: Samuele Zarantonello
Prodotto da THE UNSENSE e Andrea Cajelli
Registrato e mixato da Andrea Cajelli alla Sauna Recording studio.
Masterizzato da Giovanni Versari alla Maestà Mastering.
The Unsense è un progetto nato nella provincia di Varese che nella musica, nei testi, e in tutti i mezzi utilizzati, gioca sul limite, sul punto di unione che esiste tra gli opposti, tra il rumore e il silenzio, tra la parola e il non senso. Rock psichedelico e sonorità dark wave.
Nel 2010 hanno pubblicato l’album di debutto Il Pifferaio di Pandora, ben accolto dalla critica di settore. La loro musica è descritta come onirica, ipnotizzante, in un certo qual modo assimilabile al filone dark italiano degli anni ‘80 e allo stesso tempo lontanissima da esso, più vicina ai ritmi tipici della musica psichedelica e ad una ricerca di suoni e scale assimilabile alla cultura dell’Est.
Nel 2014 tornano in studio per registrare il secondo disco, Betelgeuse, in uscita a settembre 2015.
THE UNSENSE
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