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Sara, 14 anni. “Mi sento brutta e diversa dalle altre”.
Sara ha 14 anni e frequenta la prima classe del Liceo Classico; a lei non piace vestirsi alla moda, né ascoltare i “One direction”. Non ha un account facebook, ma è comunque appassionata di nuove tecnologie “mi piace fare amicizia attraverso i giochi virtuali… in rete mi sento sicura… mi sento libera di esprimermi senza essere giudicata per l’aspetto fisico”.
Racconta infatti che spesso i compagni “mi prendono in giro… la mia compagna mi ha detto che su facebook mi chiamano pizza margherita perché ho un po’ di brufoli”. Precisa che “gli insegnanti non lo sanno perché i compagni lo fanno su facebook… mi sono anche creata un account falso per controllarli, ma ogni volta che leggo i loro commenti sto male”.
Un giorno su uno dei suoi giochi virtuali preferiti conosce Valerio, un coetaneo, che “si dimostrava sempre molto gentile con me, mi scriveva molto e mi diceva cose carine… per la prima volta mi sono sentita apprezzata per quello che sono e non per come mi vedono gli altri”. Sara scrive che per un mese Valerio l’aveva fatta sentire “così apprezzata che mi sentivo sicura di me”. Così alla richiesta di conoscerla non aveva dimostrato alcun timore “mi sentivo pronta… ho avuto solo un dubbio quando mi ha chiesto la foto per riconoscermi ma davvero ero così certa che sarebbe andato tutto bene”.
Sara decide così di inviargli una propria foto in primo piano e dopo le rassicurazioni di Valerio ha deciso di inviargliene anche a corpo intero. Sara era contentissima, anche perché Valerio le aveva inviato a sua volta una foto “e non ci credevo da quanto era bello”.
Dopo qualche giorno avevano deciso di incontrarsi alla fermata della metro. La gioia di Sara è durata poco… il giorno dopo l’invio delle foto appena entrata in classe “tutti hanno iniziato a ridere e io non capivo”. La compagna di banco le ha fatto vedere tramite il cellulare una pagina di facebook dove erano postate le sue foto modificate “in una avevo il corpo nudo e pieno di pustole e nell’altra al posto della faccia avevo una pizza… e c’erano commenti su frasi carine che avevo riferito a Valerio”.
L’amara scoperta che Valerio altro non era che un fake, un compagno di classe che si era divertito a prenderla in giro per spingerla ad inviare le sue foto. Telefono Azzurro comprende quanto la sofferenza, l’amarezza, la rabbia, il dolore, la solitudine e la vergogna di Sara siano grandi e per questo le offre uno spazio di ascolto nel quale la contiene e la rassicura ricordandole che da oggi non sarà più sola, perché ha avuto il coraggio di chiedere aiuto.
L’operatrice di Telefono Azzurro l’aiuta a comprendere che non è da deboli chiedere aiuto e che in situazioni come questa è importante parlarne con i genitori. Dopo aver parlato con i genitori, l’operatrice coinvolge insieme a loro anche il Preside della scuola che interviene sull’intero gruppo classe parlando apertamente del problema e spiegando che per una situazione analoga in passato la Scuola aveva già interessato la Polizia Postale.
E’ a questo punto che il finto Valerio si è fatto avanti ammettendo di aver creato un falso profilo per divertimento. Dopo aver chiesto scusa a Sara, Lorenzo (il finto Valerio) elimina foto e commenti sul conto di Sara. Molti compagni hanno compreso di essere corresponsabili per aver condiviso e appoggiato questa forma di divertimento. Grazie al prezioso sostegno dei suoi genitori, degli insegnanti e di qualche compagna, Sara ha però deciso di dare a tutta la sua classe una seconda possibilità…
BULLISMO: CONSIGLI UTILI PER I GENITORI (clicca QUI)
[tube]https://www.youtube.com/watch?v=SMBI4qphHgU[/tube]
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