Il Collettivo Salentino è tornato. Dopo il tormentone estivo “Cchiappa Lu Zinzale” ha contagiato il popolo dei giovanissimi con una canzone che pur avendo un numero di “bpm” decisamente più basso rispetto al brano precedente si gioca la carta dell’emozione…quella buona.
E’ l’emozione pura che aiuta l’immedesimazione e diventa, così, parte integrante dell’immaginario di chi ha la fortuna di provarla.
L’emozione pura in questione porta il nome di “Natale in Salento” e poichè ascoltando la canzone ci ha fatto provare il desiderio profondo di essere salentini abbiamo alzato il telefono per saperne di più. Ci ha risposto Carlo “Carletto” Nicoletti voce del Collettivo.
Come è nato il Collettivo?
Il collettivo è nato a maggio 2014. Premetto che io conoscevo già Carlo, lui vive a Lecce, mentre di suo fratello Nicco, che vive a Roma, avevo solo sentito parlare. Quando Fernando Proce insieme a Carlo, agli inizi di maggio, mi hanno chiamato per farmi ascoltare una demo, ho capito che insieme potevamo costruire qualcosa di nuovo che fosse davvero interessante.
E’ arrivato così il successo di “Cchiappa Lu Zinzale” anche se è stato inaspettato, figlio di un passaparola che ci ha sopreso perchè non aveva obiettivi da raggiungere se non quello del puro e spensierato divertimento. E l’idea del fare le cose per il gusto di farle, senza avere alle spalle contratti discografici non solo ci ha premiato ma ci ha spinto a pensare ad un seguito che potesse cavalcare l’onda emotiva generata e, al tempo stesso, l’attenzione delle radio che ci avevano dato ascolto.
L’idea di “Natale Salentino” era già pronta a ottobre. Importante era per noi mettere in risalto ciò che prova un ragazzo “terrone” quando finalmente torna a casa dopo esser stato costretto a partire per andare a studiare al “Nord”.
Il Collettivo unisce di fatto il Nord al Sud a cominciare dai suoi attori protagonisti sparsi per tutta l’Iitalia?
Se ci pensi … il titolo, tolta la parola “Salentino” è declinabile con qualsiasi altra località o Regione italiana perchè cambiato il luogo di riferimento non cambia il modo di immaginare e sentire sulla pelle l’appartenenza alla propria terra. Per questa ragione, scrivendola, abbiamo pensato ai migranti di oggi, gli universitari costretti a spostarsi per studiare e a noi stessi che conosciamo l’esperienza /attesa del ritorno a casa ci è familiare.
Come funziona il Collettivo al suo interno?
Il Colettivo non è una band. Si compone di quattro persone alle quali spetta il compito /piacere di curare ciascuno aspetti differenti.
A cosa pensi sia dovuto il successo creativo di questa idea?
Credo sia figlio della nostra attenzione e della cura che abbiamo messo per non tralasciare i minimi dettagli al caso . E’ stato dunque vitale curarlo di persona senza decidere, come fanno tanti, di affidarlo ad altri, incluse le case discografiche.
Si fa un gran parlare del Salento come fucina del talento artistico. C’è un segreto da svelare?
L’aria buona
E i pasticciotti?
(Sorride) Salento non è Gallipoli e vacanze al mare (limpido). Salento è cultura musicale, enogastronomica. E tanto è stato fatto per cambiare questa idea perchè ogni aspetto della nostra cultura rivive dentro la nostra musica. Mi ricordo una estate di più di dieci anni fa quando conobbi Piero Cassano dei Mattia Bazar, avevo poco più di 20 anni e chiedendogli consigli sulle strade da intraprendere per fare musica mi disse che in salento avrei avuto poche possibilità di successo. Oggi basta pensare ai Negramaro, alla Amoroso, ai boomdabash e a tanti altri gruppi giovanissimi come loro per cambiare convinzioni.
Quale sarà il passo successivo?
Per tirare le somme di questa idea ci siamo dati tempo fino al 10 gennaio. Il titolo del brano, di per sé, passate le feste, esaurisce la propria forza. In linea di massima, ma sempre con la volontà di fare le cose senza obbligo, butteremo giù l’idea per altri due singoli magari uno per accogliere l’arrivo dell’estate.
Cosa volete che arrivi a chi vi ascolta?
Positività.
Del video di Natale in Salento cosa mi puoi dire?
Ho conosciuto Silvia Lo Iacono girando con la Radio e ho compreso subito che avrebbe potuto dare vita, con una lavagna e dei gessetti colorati, alle immagini salienti del testo. E così è stato. Se pensi poi che tutto è stato fatto in economia e il video è costato solo 10,50 Euro, il risultato che abbiamo ottenuto ha dell’incredibile. Il video è stato montato con iMove.
Avete in mente di fare dei live?
Non immagini in quanti questa estate ci hanno pregato di farne ma non ci siamo mai sentiti pronti e preparati. Chissà in futuro…
E…
Se vi piace condividetelo il più possibile.
Da parte nostra siamo convinti che più cose si fanno senza crearsi inutili aspettative e più si generano possibilità .
di Giovanni Pirri

