460.000.000 download da parte degli utenti, un giro d’affari di oltre 1.300.000 euro in circa un anno.
Sono dati che fanno riflettere quelli diffusi dalla Guardia di Finanza tramite FIMI e FPM che plaudono all’iniziativa, tirando un sospiro di sollievo.
Chiuso DDLSTORAGE e quindi conclusasi l’operazione ITALIAN BLACK OUT l’ordine dovrebbe essere stato ripristinato e viene spontaneo domandarsi se gli utenti che sino ad oggi, hanno speculato sul mestiere d’artista subiranno mai azioni da parte delle autorità competenti.
Nel dubbio domandarsi perchè accadano situazioni del genere è più che mai legittimo visto che il problema della musica non può essere ricondotto esclusivamente al prezzo d’acquisto delle opere che da, sempre, gli utenti sostengono essere troppo elevato.
Si solleva, secondo il nostro punto di vista un problema di ordine culturale, nonchè sociologico, quasi del tutto ignorato all’interno degli ambiti scolastici: Sarà che siamo il paese della troppa cultura e non si può porre la giusta attenzione su tutto (battuta).
Almeno è quello che pensano molti degli insegnanti con i quali, più volte, abbiamo affrontato questo tema, anche se sulla nostra strada abbiamo incontrato sovraintendenti e Direttori Artistici di festival disposti ad illuminarci sulla considerazione che la salvaguardia dell’arte intesa a 360°, dovrebbe essere un processo socialmente accettato , portato avanti a prescindere , svincolato dalle (solite) persone che identificano la lotta contro chi distrugge l’arte con il proprio obiettivo di vita. Perchè il far fare agli altri sembra quasi porre in essere una questione di deresponsabilizzazione del singolo individuo dinanzi ai problemi reali. Le questioni di abuso e appropriazione indebita che l’arte deve subire e affrontare ogni giorno .
E’ come se a volte il problema finisse col legarsi strettamente ai ruoli che ciascuno di noi deve (come se fosse obbligatorio) occupare all’interno della società e che il cinema, a suo modo, ha fotografato dando vita a pellicole cult dalle quali ancora oggi attingiamo i nostri modelli. Seppure col tempo tali modelli si siano un po’ edulcorati.
Penso a Guardie e ladri un film del 1951 diretto da Mario Monicelli e Steno interpretato da Totò e Aldo Fabrizi ma anche ad altri film di Monicelli che, in qualche modo, sono stati e rimangono affreschi di verità assolute. Spaccati di vita che ancora oggi identifichiamo come “radici di verità assoluta” ossia “verità vera” in ogni contesto umano (svincolato dal tempo).
Sembra sempre che alla fine tutto sia riconducibile ad una lotta di classe a prescindere dai singoli contesti di vita . Una forma di reazione definita naturale ma, in alcuni casi, tale solo per giustificare, giustificarsi.
Di fatto, in mezzo, rimangono, le cose, gli oggetti, le persone, i mestieri e nel caso della musica, le opere d’arte, i diritti d’autore.
Ecco perchè, a fronte di notizie come quelle appena pubblicate ci domandiamo dove possa nascondersi il problema e avremmo piacere di intavolare questa discussione tra addetti ai lavoro e utenti e di contribuire, a nostro modo, ad un processo di sensibilizzazione per il rispetto della Cultura nel nostro Paese. Essere ascoltati in questo Paese, però, non è semplice.
Ci piacerebbe domandare al Presidente di FIMI se si sia mai chiesto il perchè di certi numeri appena diffusi dalla Guardia di Finanza e se è convinto che azioni come quelle poste in essere dalle autorità competenti possano generare la fine di statistiche che, oramai, sono un dato certo e spaziano nella “Terra dei luoghi comuni” e impediscono al nostro Paese di andare avanti , di evolversi.
La speranza primaria che manifestiamo è che si possa ripartire dalle persone e dal rispetto del mestiere dell’artista ma la questione vera è capire come ciò possa diventare attuabile senza un intervento preciso negli ambiti scolastici.
di Giovanni Pirri


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